L’angolo del confronto: Belief ospita Emiliano Toso
È con grande piacere che Belief+ ospita in questo spazio pensato non solo per parlare di prodotti e bellezza dei capelli, ma anche per ampliare i punti di vista intorno ad argomenti più ampi, voci informate e attente. Oggi, le parole sono di Emiliano Toso, con un articolo a cui l’autore ha dato un titolo che racchiude in sé l’invito alla lettura e all’approfondimento.
Presentiamo Emiliano Toso con le parole con cui lui stesso si racconta sul suo sito (link):
“Ph.D Emiliano Toso Biologo Cellulare e Musicista Compositore a 432Hz.
Dopo la laurea in Scienze Biologiche nel 1998, nel 2008 consegue il dottorato in Biologia Umana presso l’Università di Torino con specializzazione in basi molecolari e cellulari. Intraprende così un’importante carriera scientifica che lo porterà a lavorare per 16 anni come Associate Director responsabile del gruppo di Biologia Molecolare presso la Merck–Serono nel set up di metodi approvati da FDA ed EMA. Accanto a questa sua ricerca scientifica, coltiva contestualmente una profonda ricerca di crescita personale e la sua passione per la musica e per la composizione. Nel 2013 Emiliano Toso stravolge la sua vita realizzando un sogno: incide il suo primo album: Translational Music®.
Questo album che inizialmente doveva essere un auto-regalo inizierà a diffondersi sempre più divenendo un vero e proprio progetto di integrazione tra Biologia e Musica a 432Hz.“
Buona lettura!
“La Biologia diventa Musica per guidarci alla nostra salute fisica ed emozionale”
“Potrà mai la scienza recuperare una capacità profonda che ha l’uomo di considerare il proprio corpo non soltanto una entità fisica ma un’orchestra di cellule, emozioni e frequenze capaci di creare il miracolo della vita momento per momento?
La Biologia – scienza della vita – si è dedicata per molti anni a sezionare, fotografare, sequenziare, decodificare le informazioni che provengono dalle più piccole molecole del nostro corpo. In pochi anni siamo riusciti a raggiungere risultati incredibili grazie alla tecnologia e ai progressi della matematica, della fisica, dell’ottica, dell’elettronica.
I miei studi di Biologia sono cominciati 25 anni fa quando nei laboratori molecolari dominavano i termociclatori. Da quando Kary Mullis, PhD inventò la Reazione di Polimerasi a Catena (PCR), ci fu una vera rivoluzione nella vita di ogni scienziato intento a studiare il codice della vita (il DNA). Poche ore di attesa e si potevano avere miliardi di copie di una informazione presente nel nostro libretto di istruzioni (o come piace dire a me, di spartiti).
E’ stata una delle più grandi scoperte della scienza della vita poter interpretare quel codice e scoprire che ciascuno di noi ne ha ricevuto – al momento della nascita – Uno – che non è mai comparso sulla terra e mai più esisterà dopo la sua morte in nessun essere vivente. Questo libretto di spartiti viene copiato in ognuna delle nostre 50 mila miliardi di cellule per dar loro la possibilità di capire come funzionare, come costruire tutti i suoi mattoncini (proteine), come riprodursi, quanto ingrandirsi, quando morire.
Ma se questo libretto contiene uno spartito che crea mattoncini difettosi, saremo costretti a manifestare una patologia?
L’epigenetica ha risposto no, grazie alla capacità delle nostre cellule di posizionare dei segnalibri e decidere quale spartito leggere. Possiamo cambiare i nostri segnalibri in base a come percepiamo i segnali dell’ambiente intorno a noi e addirittura regolare il volume con cui leggiamo ciascuna pagina.
Tutto ciò è stato scoperto soltanto recentemente e ha creato a sua volta un grande cambiamento nell’approccio dell’uomo verso la biologia e la medicina: da vittima di ciò che ha ereditato dai genitori ad artefice del proprio destino, come direttore d’orchestra che può decidere quale melodia suonare in questo momento in ogni organo del suo corpo.
Fin da piccolo mi piaceva smontare gli orologi, le radio che mio papà portava a casa dal suo negozio e cercare di capire come funzionava ogni più piccolo elemento. Questo approccio così analitico mi ha portato a studiare il funzionamento e la salute del corpo umano ricercandone i segreti nel microscopico mondo delle nostre cellule.
Non dimenticherò mai il momento in cui ho visto al microscopio una cellula staminale (indifferenziata, totipotente, in grado di diventare qualsiasi cellula del nostro corpo) cominciare a pulsare e diventare cellula del cuore. A quella cellula erano stati dati i nutrienti e i segnali chimici che le hanno fatto credere di essere “cuore”. Quella cellula ha lo stesso libretto di spartiti di ogni altra del nostro corpo, eppure grazie ai segnali che riceve decide di mettere proprio lì i suoi segnalibri e di sintetizzare le proteine del cuore.
Ora, vent’anni dopo, qualcosa di ancora più straordinario è alla luce dei nostri occhi. Il Professor Carlo Ventura dell’Università di Bologna ci dimostra come le cellule comunicano tra loro grazie alle vibrazioni di luce e di suono, ci fa ascoltare il suono di una cellula sana, malata e morta.
Ma ciò che per me ancora più rivoluzionario è che possiamo mandare a quella cellula staminale gli stessi segnali di differenziamento non più soltanto attraverso nutrienti biochimici ma attraverso frequenze di suono.
Spesso mi sveglio al mattino e non ci credo. La Vita è riuscita in pochi mesi ad unire le mie due più grandi passioni – Biologia e Musica – in una Danza che ha travolto la mia esistenza facendomi capire molto chiaramente che dovevo portare questo nuovo messaggio in tutto il Mondo, per far stare bene me e migliaia di persone attraverso Translational Music in questo progetto che ancora non esisteva.
Fermiamoci un attimo a “ricordare” quanta musica ci sia nella natura: nel suono dei grilli, delle api, degli uccelli, delle nuvole, del mare, del tuono, delle stelle cadenti, della scintilla della vita che nasce dall’incontro di uno spermatozoo con un ovulo.
Il linguaggio della musica è molto simile a quello della vita: il ritmo, la melodia, l’intenzione con cui possiamo leggere uno spartito musicale determina l’autenticità e l’emozione che l’ascoltatore prova in quel momento. Grazie a quella vibrazione possono nascere trasformazioni a livello fisico, emozionale e mentale. Grazie a quel segnale che arriva proprio li, in quel momento, vedo persone commuoversi, stupirsi, sorridere, piangere, connettersi a qualcosa di grande che permette loro di cambiare prospettiva e magari scoprire come migliorare più facilmente la propria salute e di realizzare un grande sogno.
Per me è stato fondamentale lasciarmi trasportare in questo cambio di visione in cui sono passato dallo studio delle cellule “morte”, belle, rotonde, affascinanti ma morte … ad una visione più globale, profonda, in cui sento la musica di quelle cellule e posso giocare con essa per farle risuonare.
Questa musica deve parlare lo stesso linguaggio del nostro corpo, di ciascuna delle nostre cellule che è uno strumento musicale che vibra con il suo citoscheletro risuonando con l’intero universo intorno a noi. Per questo gli strumenti che suono e che prendono parte a Translational Music devono essere acustici e accordati con il La centrale a 432Hz.
In questi ultimi anni abbiamo un po’ perso di vista un ingrediente che si sta rivelando fondamentale ora per superare nuove frontiere di conoscenza: il movimento, la vita.
Ascoltando la Natura riscopriamo suoni perduti che arrivano dalle galassie, dal nostro corpo, da ognuna delle cellule che lo compongono.
Studiando l’acqua, scopriamo attraverso la cimatica come ogni suono rappresenti un’informazione per il nostro corpo.
Con uno sguardo più ampio riusciamo a comprendere come la Vita non sia soltanto la decodifica di una porzione del DNA – che rappresenta un po’ il libretto di istruzioni di ogni nostra cellula – e neppure soltanto un’espressione dell’ambiente ma proprio la loro danza, il movimento che li fa interagire.
Tutto ciò è molto interessante da osservare e da paragonare a ciò che avviene nella musica. Lo spartito diventa musica soltanto nel momento in cui il musicista dà vita alle note di quella pagina, un processo che non può fare a meno di ciascuno di questi due elementi e di uno strumento musicale, che può essere paragonato al nostro corpo, alla nostra parte più materiale.
Attraverso gli studi più recenti si può osservare come Musica e Biologia si stiano integrando per consentire all’uomo un cambio di prospettiva importante affinché si possano comprendere meglio i raffinati movimenti che la Vita ci dona in questa meravigliosa esperienza sinfonica sulla Terra.
Durante i miei eventi chiedo spesso al pubblico se sono presenti musicisti. I musicisti sono coloro che hanno più difficoltà a entrare in questa dimensione in cui ciascuno di noi può entrare in un ascolto profondo del suono e diventare egli stesso musica. Il musicista ascolta la musica con la sua parte più analitica, la scompone per percepirne il timbro, la tonalità, l’acustica dell’ambiente, la capacità tecnica dell’esecutore, cerca di classificarla in un genere già conosciuto… e così si perde tutta la parte più coinvolgete, più creativa, quella in cui ci possiamo immergere con tutto il corpo in qualcosa di nuovo, mai sentito prima d’ora, per provare a percepire come ogni nostra cellula cerca di risuonare con quelle vibrazioni che possono aiutarla a riportare armonia ed equilibrio nel proprio ambiente.
Tutto ciò era per me sconosciuto quando studiavo biologia (la scienza della vita) durante il giorno e mantenevo la musica come qualcosa di completamente separato, la sera, un passatempo che mi faceva immergere in un mondo molto intimo e lontano dalla luce del giorno.
Non avrei mai pensato che dal giorno in cui ho deciso di condividere le mie creazioni musicali avrei ricevuto migliaia di riscontri di persone che hanno trovato un nuovo strumento di benessere per migliorare la propria salute a livello fisico, emozionale e persino spirituale.
Bruce Lipton ha condiviso qualche settimana fa una riflessione su come ciascuno dei nostri organi abbia un proprio cervello.
La maggior parte delle persone ha l’errata percezione che il nostro cervello controlli tutto il nostro mondo interiore ed esteriore.
In realtà ogni nostro organo ha un sistema nervoso proprio in esso inserito che ne regola il funzionamento. Il cervello non controlla dunque direttamente i meccanismi di ciascun organo ma, attraverso il rilascio di ormoni e altri fattori regolatori integra e coordina l’attività di ciascun organo per farlo risuonare in armonia con tutti gli altri del nostro corpo. Le specifiche della biochimica rilasciata dal cervello per questa delicata funzione armonizzatrice è controllata dalla mente.
Il ruolo della mente è analogo a quello del direttore d’orchestra: gli organi del nostro corpo rappresentano i musicisti che sanno come suonare la propria parte (comportamento) mentre la mente rappresenta il conduttore che ne assicura la collaborazione.
Lo stato emozionale del direttore d’orchestra è molto importante nell’influenzare la salute e il comportamento del nostro corpo perché potrà colorare il lavoro dei nostri organi con intenzioni di amore o paura o rabbia o gelosia come risposta a stimoli ambientali precisi.
Se me lo avessero raccontato qualche anno fa non ci avrei creduto. Così come è avvenuto dentro di me, l’Uomo sta provando a ri-unire due grandi parti del suo mondo: l’arte e la scienza. Due prospettive apparentemente così diverse in questi secoli che sembravano non potersi più incontrare. Proprio in questi anni invece possiamo celebrare questa nuovo incontro che permette all’uomo di accedere a nuovo livello evolutivo di conoscenza e di coscienza.”
Chiudiamo ringraziando Emiliano Toso per questa preziosa condivisione, in attesa di poterlo ascoltare nuovamente dal vivo e invitandoti a visitare il sito https://www.emilianotoso.com per approfondire la conoscenza di Transational Music.
Perchè lo sappiamo, ma lo ribadiamo, la conoscenza rende forti.